
Ho portato questo quadro in mezzo alla natura per celebrare il suo messaggio. Mi piace pensare che l’abbia gradito, e che si sia divertito ad essere immortalato in mezzo a fiori e fate, in quel delle Prealpi Trevigiane.
Ha un’energia semplice, innocente, e la sua voce é quella di un bambino. Mentre lo dipingevo mi diceva dove voleva che gli incollassi un foglio, o con quale colore essere dipinto. Aveva le idee chiare su come apparire! Ad un certo punto mi ha detto “ok a posto così”, e io ho posato il pennello. Ho indietreggiato di qualche passo e mi sono dedicata ad ammirarlo, felice del risultato, e di aver assecondato completamente il volere di quella vocina.
Insegna un approccio alle situazioni che consiste nel saltare, piroettare, danzare di fronte al dolore, disegnando nuove strade fluide e creative per la gestione delle proprie emozioni. Ci ricorda che la cosa veramente importante da coltivare é la propria luce, e che soffermarsi sulla felicità é un ottimo modo per restare sempre fedeli a sé stessi.

